Le pizze per le startup devono essere due?!

La Regola delle Due Pizze: L’Algoritmo Umano di Bezos per l’Innovazione

Quando ho letto della teoria delle due pizze, il mio pensiero – da napoletano DOC, ma forse anche da italiano – è subito corso alla celebre battuta del film Miseria e Nobiltà di Totò:

“Peppiniello, quelle pizze passano a due.”

Una frase che, nel nostro immaginario, accompagna l’idea che gli affari stanno andando bene, che si può investire di più nello stare meglio.

In chiave moderna e ironica, potremmo dire che Totò ha anticipato senza volerlo la regola delle due pizze di Jeff Bezos.

Certo, Totò non avrebbe mai immaginato che quella battuta fulminea potesse diventare il nome del segreto del successo del fondatore di Amazon.

Così, da “quelle pizze passano a due” a “quelle pizze non devono essere più di due”, oggi suona come un invito all’efficienza: snellire, dividere meglio, lavorare in pochi ma con più responsabilità e libertà d’azione.

Lean innovation: lavorare in pochi, mangiare poco… ma cambiare tutto!

Jeff Bezos non ha costruito Amazon solo con algoritmi, ma anche con una regola semplice e quasi banale:

“Se due pizze non bastano a sfamare una squadra, allora quella squadra è troppo grande.”

Ovviamente parliamo di pizze americane… perché, si sa, a Napoli due pizze non bastano nemmeno per due persone, se sono fatte come si deve.

Ma qui si aprirebbe un’altra teoria… quella di Stay Hungry, Stay Foolish.

Una battuta da pausa pranzo? Forse. Ma anche una filosofia potente.

Quella di Bezos è una regola organizzativa rivoluzionaria, pensata per rendere i team agili, veloci, capaci di prendere decisioni senza impantanarsi nei processi.

È un principio che ha accompagnato la crescita di Amazon, ma che può ispirare chiunque voglia costruire innovazione senza perdere l’anima.

Less is more? Sì, davvero: meno è meglio!

Un principio nato nel mondo del design, che oggi può — e forse deve — trovare spazio anche nel business.

(Sarebbe bello se accadesse attraverso il design management, che guarda caso è proprio il mio ambito… ma questa è un’altra storia.)

La logica è semplice: team piccoli = meno burocrazia, più responsabilità, decisioni rapide.

Quando un gruppo è abbastanza compatto da condividere due pizze (americane!), la comunicazione migliora, ogni voce conta, si evita il pensiero passivo e la paralisi da riunione infinita.

Ogni team è una startup

Bezos ha promosso team autonomi, responsabili dall’inizio alla fine: dallo sviluppo all’esecuzione.

È così che sono nate innovazioni come Alexa, Amazon Prime, AWS. Tutti progetti partiti come piccoli esperimenti, affidati a team snelli, con la libertà – e il rischio – di fallire e riprovare.

Ogni team, una startup.

Con tutto ciò che comporta: spirito imprenditoriale, ownership e creatività.

L’impatto della regola delle due pizze

Non si tratta solo di efficienza, ma anche di benessere organizzativo:

• Comunicazione più fluida

• Collaborazioni autentiche

• Più motivazione e senso di appartenenza

• Meno riunioni inutili, più tempo per creare

E aggiungo io, ultimo ma non ultimo la capacità di condividere

Una lezione per tutti

Questa regola non è solo per i colossi tech.

È un mindset utile a una startup in fase seed, a un coworking, o a un progetto di innovazione sociale.

Il messaggio di Bezos è semplice:

“Meno è meglio. Piccolo è bello. E se il tuo team non riesce a mangiare due pizze senza confondersi… qualcosa non va.”

Nel network di NAStartUp, dove si coltiva innovazione dal basso, questa lezione è oro puro:

Costruire team snelli, dar loro fiducia e lasciarli liberi di agire.

Il futuro appartiene a chi sa muoversi veloce.

E — magari — anche a chi sa condividere una pizza.

Peppino quelle pizze passano a due per le startup