Sbaglia solo chi fa? O sbagliando si crea?

Da Napoli una nuova lezione al mondo della moda?

Ve lo dico subito: volevo scrivere questo post da un po’, su un nuovo feonomeno moda tutto napoletano.
Ma il fenomeno Napoli maglie errore è un’occasione ghiotta (forse questa parte la toglierò), perché il tema dell’originale e dell’originario è molto più interessante.


Occupandomi d’innovazione e coinvolgendo tante persone, lo ripeto sempre: sbaglia solo chi fa. Vale ancora di più per chi prova a fare innovazione, o per chi lancia una startup. Aprire un sentiero significa anche pestare il letame, cadere in un fosso, scivolare. Ma è solo muovendosi che ci si sposta e si accelera.


Una persona che indubbiamente sta innovando il mondo del calcio è Aurelio De Laurentiis. Lo sta facendo su molti fronti e lo ha dimostrato coinvolgendo EA7, per dare al Napoli non solo una maglia bella da vedere, ma un’identità e una distribuzione globale. Ha portato la moda nel calcio e i calciatori nella moda, trasformandoli in vere icone di stile. Un intreccio affascinante, reso ancora più solido dall’arruolamento di Valentina De Laurentiis, stilista e direttrice-coordinatrice del merchandising e licensing: quindi non solo branding, ma molto, molto di più.


Immaginiamolo: se ogni grande squadra avesse Valentino, Gucci, Louis Vuitton, Dolce & Gabbana, Dior sulle maglie? Il calcio si trasformerebbe in passerella, in una sfilata sportiva a cielo aperto. I calciatori sono già i nuovi gladiatori. Certo, sul campo conta il risultato, ma quante persone amano la maglia a prescindere? Squadre come la Juve dividono, brand come Inter e Milan, Roma e Lazio si contendono rivalità e appartenenze. Ed è proprio questo che dà la misura di quanto sia innovativa l’avventura accettata, in punta di scarpetta da calcio, da Giorgio Armani con EA7 (Emporio Armani). L’importante? Non perdere il senso originario del gioco. L’occasione? Reinventare le squadre come lifestyle, agganciando la stagione sportiva a quella della moda, dove anche una maglietta diventa emozione.

Andare veloci può far saltare qualche passaggio, certo. Ma perché tutti questi inglesismi? Mi chiedo: se avessero sbagliato in italiano, o addirittura in napoletano, le avrebbero già ristampate?

La notizia? Hanno sbagliato a mettere il bollino che certifica l’originalità della maglia proprio sulla parola inglese “authenticity”: un errore che quasi sembra preparato apposta, pronto per la clonazione di massa o per giustificare, in stile copia-incolla, che non fosse originale. Valentina De Laurentiis ha spiegato: “Solo chi fa sbaglia.” Ed è vero, però forse la vogliono lasciare così… Noooo … da un’azienda come Armani – perché ricordiamolo, EA7 è pur sempre Armani – ci si aspetta almeno un minimo di controllo qualità.

Sì, l’errore può avere fascino, come il francobollo Gronchi Rosa o la vecchia moneta da 500 lire con le vele al contrario. Quegli errori hanno creato pezzi da collezione. Ed è questa l’occasione da cogliere: non proseguire nel “vabbè, lasciamo così”, anche perché Napoli può accetta l’errore, ma la moda e una nuova napoli pretendono qualità.

Una cosa è l’industria, con la sua filiera e la sua qualità (e qui sottolineo: qualità, da designer). Un’altra è la cultura pop, estemporanea, che nasce per strada, tra le bancarelle.

C’è da dire che a Napoli, ormai, le magliette che tutti vogliono e comprano per sentirsi napoletani – e non solo turisti – hanno come “originale” solo il readymade della bancarella e dei suoi creator. Sì, proprio come un ready-made alla Duchamp. Qui si va a caccia di magliette che non esistono più da decenni, di marchi scomparsi che si trasformano in battute, di brand tramontati o di quelli che restano per sempre associati al Napoli. E alcune delle più ricercate, a dirla tutta, non sono nemmeno mai esistite: basta pensare alle versioni femminili della maglia di Maradona, con il D10S argentino in rosa anziché in azzurro, o alle magliette che mescolano simboli di squadre diverse. O a chi reinventa e ricontestualizza le maglie degli scudetti, trasformandole in icone di un’immaginazione tutta napoletana.

A Napoli si può trovare qualsiasi maglia del Napoli e di Maradona: quelle che rinascono dal passato e quelle che nascono dall’immaginazione, create dai sogni di chi vorrebbe versioni mai viste prima, fusioni impossibili che ogni anno danno vita a nuove maglie. E non chiamatele parallele: sono streetmade.

Beh, in questo siamo la città della fantasia e dell’immaginazione, non più (solo) quella dell’arte di arrangiarsi.

E allora spero che Valentina sappia coglierla, questa occasione. Almeno, io ci spero.

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